“La memoria di luoghi ed esperienze particolarmente importanti è qualcosa di molto peculiare. Quanti oggetti, infatti, possiamo dire abbiano in sé questa capacità di riportarci direttamente al senso delle cose? Quanti oggetti sono stati testimoni oculari dei momenti per noi più significativi e di valore? Quanti souvenir, insomma, possono essere considerati molto più che semplici “ricordi” e possono a buon diritto rientrare nella categoria delle testimonianze di vita?”
Tratto da “La memoria dei luoghi” racconto non pubblicato scritto a San Cristóbal del Tachira (Venezuela) nel Marzo 2020.
Oggetto: Portagioie a forma di cigno
Materiale: Ceramica invetriata
Provenienza: Holy Island, estate 1986
Posizione: Nascosto 🙂
Autore: Fabbrica di souvenir
Memoria: “Un oggetto orribile, un manufatto inguardabile. Un cigno di ceramica dipinta di azzurro fluorescente grande come un melone. Mi guarda con lo sguardo soddisfatto di chi ha vinto. Come volesse dirmi: hai visto? Ho vinto io. Sono ancora qua. Il fatto è che il cigno di ceramica comprato durante la gita a Holy Island è il primo regalo che ho fatto a mia madre tra quelli che mi sono rimasti. Ero un sedicenne al suo primo viaggio all’estero, ospite di una famiglia inglese di Newcastle upon Tyne. La famiglia organizzò una gita fuori porta alle isole che si trovano non lontano dalla costa del Northumberland. Holy Island è la principale, non ricordo bene se ne visitammo altre ma ricordo quello che il nord dell’Inghilterra è nell’immaginario di tutti noi: Cieli uggiosi, vento che spazza prati immensi, il mare grigio piuttosto agitato. Per me che venivo dalle consuete vacanze mediterranee a Capri, faceva piuttosto impressione che gli inglesi potessero considerare quello un “luogo di vacanze”, un luogo dove andare in gita. Eppure, tutto era turistico: Il punto di ristoro, la biglietteria del traghetto e l’immancabile negozio di souvenir. Probabilmente “made in China” e non come si dice ora “made in P.R.C.”. D’altra parte, cosa lega un oggetto al luogo che dovrebbe ricordare? La sua produzione? Certo che no… Altrimenti la Cina non sarebbe piena di fabbriche di souvenir con su scritto “I love New York” o “J’aime Paris” o “Io amo Roma”.”
Oggetto: Servizio da rakia
Materiale: Terracotta smaltata dipinta a mano
Provenienza: Sofia, agosto 1992
Posizione: Tavolino bar
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: “Guardo il servizio da grappa comprato a Sofia. È un grazioso e delicato set costituito da una brocca e da sei piccoli bicchierini di terracotta smaltata e lucida. Era un regalo per mia madre. Mi riscattò dal brutto (ma simpatico!) cigno azzurro, e infatti lei dimostrò di apprezzarlo molto di più. Negli ultimi anni, da quando mia madre non c’è più, è sempre stato al mio fianco, al lato del divano, pronto a essere utilizzato per il bicchiere della staffa. Qualche anno fa, feci cadere la brocca, che andò in frantumi. Ho recuperato pazientemente tutti i frammenti e li ho incollati come meglio potevo. Ora, la brocca bulgara, non solo mi ricorda di mia madre, di tutte le volte che abbiamo brindato insieme, di Sofia, di quel viaggio con una mia ex fidanzata, di tutte le volte che l’abbiamo usata con amici di tutte le parti del mondo, ma anche di quando, dopo averla incollata, erta sul tavolino, orgogliosa e sicura di sé come una donna che ne ha viste tante nella vita, mi sembrava guardasse da lontano il cigno e gli dicesse: Ho vinto io, sono ancora qua!”
Oggetto: Statuina raffigurante donna Cabila
Materiale: Terracotta dipinta a mano
Provenienza: Tigzirt sur Mer, settembre 1993
Posizione: Libreria di lingua e cultura berbera
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: “Questa statuina di terracotta e le figurine in legno mi sono state spedite dall’Algeria da un ragazzo che avevo conosciuto durante gli studi per la tesi di laurea. Un giovane berbero così fiero della propria cultura che quando ha visto un italiano girovagare con lo zaino sulle spalle per raccogliere dati sulla lingua berbera della Cabilia (la bellissima regione mediterranea a est di Algeri), si è messo totalmente a disposizione, con entusiasmo e generosità. Tanto che, dopo il mio rientro in Italia, mi sono visto recapitare un pacchetto contenente questi esempi di artigianato locale che sono ancora lì, sulla libreria dove ho raccolto i testi dell’Università e della cultura araba e berbera. Ebbene, quelle figurine di tazze e caffettiere intagliate nel legno, così come la statuina in terracotta di donna cabila con la giara in testa (sempre Africa è) sono il mio angolo di Algeria del salotto. Importante, imprescindibile. Non voglio, non posso e non devo dimenticare le radici della mia formazione universitaria, non perché utilizzi nella professione quelle competenze e conoscenze direttamente, ma perché è importante che ogni giorno ci ricordiamo di chi nella vita ci ha aiutato. E Yazid di Tigzirt sur Mer è uno di questi. Perché il sentimento di gratitudine dovrebbe essere il primo guizzo che dagli oggetti ci colpisce, prima ancora della nostalgia, dell’affetto o dell’allegria.”
Oggetto: Scatola porta oggetti
Materiale: Legno intagliato
Provenienza: Tirana, dicembre 1994
Posizione: Comò
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: A partire dal 1993, mi sono recato molte volte in Albania con l’AGESCI per organizzare i numerosi Campi di Volontariato nonché per un progetto di assistenza all’orfanotrofio di Valona. Una di quelle volte, all’aeroporto di Tirana ancora non ristrutturato e dall’aspetto ancora marcatamente vetero-socialista mi sono imbattuto in questo primissimo esempio di artigianato locale.
Oggetto: Scatola porta oggetti
Materiale: Legno e madreperla
Provenienza: Sharm el Sheikh, gennaio 1995
Posizione: Comò
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Incredibile ma vero: l’unica vacanza che abbia mai fatto in un villaggio all-inclusive era stata vinta da un mio amico siciliano con i bastoncini di pesce. Essendo il premio per due persone, mi ha invitato ad accompagnarlo. La vacanza è stata estremamente piacevole, salvo il fatto che erano tutte coppie e mi è toccato fare la parte della “signora Maresca” !!
Oggetto: Batik raffigurante donne Turkana
Materiale: Stoffa dipinta a mano
Provenienza: Nairobi, primavera 1996
Posizione: Quadro con vetro trasparente bifronte
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Il batik è una tecnica tradizionale di pittura su stoffa molto diffusa in Africa. Nel 1996 ho svolto la mia prima missione in Sud Sudan e nei periodi di passaggio a Nairobi ho approfittato per una visita al mercato dell’artigianato. Questo batik mi ricorda anche i periodi di lavoro passati a Lokichokio, in territorio Turkana, e soprattutto una emozionante Messa di Pasqua, con la popolazione Turkana in abiti tradizionali. (Vedi testo Tanzania)
Oggetto: Ferma libri
Materiale: Legno
Provenienza: Nairobi, primavera 1996
Posizione: Mobile da esposizione
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Nello stesso periodo, acquistai anche quattro elefanti di legno scuro con funzione di ferma libri. Questa coppia, non a caso, tiene insieme alcuni testi comprati proprio a Nairobi durante quel soggiorno.
Oggetto: Pipa
Materiale: Legno e ottone (prioiettili)
Provenienza: Akot, settembre 1996
Posizione: Mobile da esposizione
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: “Quello che oggi è il Sud Sudan, è il paese dove ho trascorso più tempo dopo l’Italia. È normale che occupi un posto particolare nel mio cuore. […] Quando arrivai in uno sperduto villaggio al centro del Sud Sudan, ero come in mezzo a un documentario del National Geographic. Savana, foreste, zone desertiche, il Nilo, le capanne fatte di fango e con il tetto di paglia. Pochissime le costruzioni di mattoni, assente l’elettricità per non parlare dell’acqua corrente. Il mio primo alloggio è stato una tenda da campo e una brandina all’interno di un recinto di bambù e paglia. Il recinto aveva una porta e questa porta era sorvegliata giorno e notte da un guardiano. Impossibile definire l’età del guardiano. Direi che fosse vecchio, ma a quelle latitudini la vita è breve e anche a cinquant’anni si è vecchi. Trascorremmo sei mesi (ma con alcune pause) il mio collega e io in quell’accampamento e la guardia non si è mai allontanata dal suo posto. Passava la giornata su una vecchia sedia sgangherata fatta di bambù e fibre vegetali intrecciate e in tutto quel tempo ha indossato più o meno sempre gli stessi abiti sdruciti. Era sempre sorridente e sembrava contento della nostra presenza […] Arrivò poi il giorno della partenza e ci sentivamo grati a quella persona così discreta che ci aveva fatto da “protezione” da eventuali ladri notturni e diurni. Al momento del commiato mi regalò la sua lancia, dalla quale mai lo avevo visto separarsi e la sua pipa. Entrambe sono fatte con legno locale e con parti in ottone, metallo ricavato dai proiettili di una guerra che li ha condannati alla povertà. La pipa è adagiata sul mobile dei ricordi africani, mentre la lancia è, come è giusto che sia, al centro della parete centrale del salotto. Testimonia il mio lavoro, il rapporto con le popolazioni locali, il perché di una vita spesa in situazioni fuori da ogni normalità.”
Oggetto: Portaoggetti da muro
Materiale: Fibra vegetale e legno
Provenienza: Mostar, estate 2002
Posizione: Parete a vista
Autore: Minori dell’orfanotrofio
Memoria: Nel 2002 l’Associazione per la Pace, di cui ero Coordinatore Nazionale, organizzò il primo “Controviaggio” nei Balcani, un’esperienza di turismo solidale nei luoghi della guerra nella ex-Jugoslavia. Il programma era fitto di incontri con le vittime della guerra, con gli oppositori al regime di Milosevic e con interessanti realtà della società civile. A Mostar visitammo anche un orfanotrofio. Questo porta oggetti è stato realizzato in un laboratorio di manualità dell’orfanotrofio. (Vedi testo Brasile)
Oggetto: Bicchieri
Materiale: Vetro
Provenienza: Slovenia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Montenegro, Kosovo, 2002 – 2004
Posizione: Parete a vista
Autore: Fabbriche locali
Memoria: “Durante le mie visite, soprattutto in quelle estive, quando era d’obbligo dopo cena una passeggiata per il centro storico, che si trattasse della Baščaršija di Sarajevo o dei locali affacciati sulla Neretva a Mostar, che fossimo a Skadarlija a Belgrado o lungo la Karađorđeva di Kragujevac, ero solito chiedere al cameriere se mi avesse potuto regalare un bicchiere come ricordo di quel paese e di quella serata. Non mi hanno mai risposto di no. Spesso hanno ritirato il bicchiere usato per darmene uno pulito da riporre nella borsa, con un grande sorriso, come fossero lusingati da quel mio interesse per la loro birra nazionale. Oggi nella mia vetrinetta la Jelen serba è accanto alla Sarajevsko, insieme alla Skopsko, alla Nikšićko e a molte altre. A ricordarmi che la guerra fratricida ha sì creato simboli identitari, ma che siamo solo noi a decidere se utilizzarli come armi o come strumenti di riconciliazione. E per riconciliarsi con il vicino cosa c’è di meglio che un brindisi con una birra ghiacciata? Abbiamo bevuto insieme agli amici serbi, croati, bosniaci e italiani, privi di ogni afflato nazionalista, animati unicamente dalla voglia di costruire un mondo diverso, di lasciarci alle spalle le tragedie della guerra e di pensare al futuro. È di queste serate che mi ricorda la collezione di bicchieri di birra dei Balcani ogni volta che mi avvicino alla mia vetrinetta.”
Oggetto: Brocca e tegamino con coperchio
Materiale: Terracotta grezza
Provenienza: Diyarbakir, Ottobre 2002
Posizione: Scaffale
Autore: Il vecchietto del carretto
Memoria: “In occasione delle elezioni politiche in Turchia del 2002, essendomi recato come osservatore della società civile a Diyarbakir (in kurdo Amed) alloggiavo con alcuni colleghi in un hotel del centro. Vidi, dalla finestra della camera, arrivare un carretto che si fermò all’angolo della strada. Il carretto era sovraccarico di terrecotte. Scesi giù in strada e cominciai a chiacchierare con il vecchietto. Le terrecotte erano vasi, brocche, recipienti di vario tipo, pentole. Tutte rigorosamente non dipinte, ovvero del color della terra. Tutte storte ovvero fatte a mano senza neanche un tornio (la cerchiatura era affatto irregolare). Il vecchietto le vendeva per poche lire. Il prezzo era così ridicolo che le avrei potute comprare tutte senza alcuno sforzo, ma a che pro? La memoria dei luoghi non ha bisogno di quantità, al limite di completezza, ma non certo di quantità. In quel caso, un’idea di completezza me la diede l’affiancare a una brocca tutta storta (solo la base era dritta, il vecchietto doveva aver poggiato la brocca ancora molle su un piano in modo che il manufatto si reggesse in piedi) a una pentolaccia con coperchio. Ecco fatto il set: minestra e acqua (o vino). Oggi brocca e pentolaccia sono ancora lì, su di uno scaffale, a testimonianza di alcune idee: L’idea di semplicità, che è insita nella funzione di quei manufatti. L’idea di umiltà, che sta nella mancanza di rifiniture. L’idea di genuinità, nel materiale. L’idea di democrazia, di vicinanza, di solidarietà nei ricordi di un incontro.”
Oggetto: Ciotola
Materiale: Ceramica dipinta a mano
Provenienza: Lefkoşa, 2004
Posizione: Tavolino salotto
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Uno dei primi oggetti che ho comprato a Cipro. Mi ha colpito la lucentezza e i colori accesi, nonché la scena rappresentata. Questo tipo di ceramica è molto comune in Turchia, infatti, l’ho acquistata nella parte turca della città di Nicosia.
Oggetto: Piatti decorati a mano
Materiale: Ceramica
Provenienza: Gerusalemme, luglio 2005
Posizione: Parete a vista
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: “Anche in questo caso, infatti, la memoria deve giocare di fino se non vuole scadere nel banale o nello stereotipo. La kefiah che mi regalò un’amica palestinese, ad esempio, è gelosamente conservata nel mio comodino. A far mostra di sé ho preferito lasciare due piatti, appesi alla parete, comprati al mercato di King David Street a Gerusalemme. Mi ricordano di quando, come direttore di un corso di formazione, andai a Nablus a visitare gli studenti che svolgevano il loro tirocinio presso la sede locale della Mezzaluna Rossa palestinese. Sulla via del ritorno, mi fermai a comprare dei souvenir. Come per le lumache di Meknès, avrei preferito portare a casa una kunafa, il dolce tipico locale fatto con miele e formaggio (dicono che quella di Nablus sia la migliore del Vicino Oriente), ma ovviamente optai per due piatti decorati a mano. Non che le prelibatezze locali non possano essere dei ricordi, ma sono ovviamente dei ricordi destinati a sparire nel tempo. Così i vini della Valle della Beka’a, così il miele della Moldavia, così gli habanero del Messico, sono tutti transitati nella mia cucina, ma hanno avuto vita breve. Per assicurare la memoria, meglio affidarsi a oggetti non deperibili. Piatti decorati a mano, dunque, a ricordarmi delle sofferenze del popolo palestinese, ma anche delle amicizie che, talvolta, in mezzo a odio e violenza, sbocciano tra palestinesi e israeliani. Come nel caso dei Balcani, i prodotti della Palestina mi ricordano che è fondamentale non perdere la memoria delle cose belle, delle esperienze felici, dei modelli positivi. Pena il rischio di trasformare la casa in un memoriale di stragi e perdere la forza persuasiva del “bello”. Quando attribuiamo, infatti, al souvenir un valore anche politico, lo facciamo per unire al “bello” il “buono” e consolidare così la memoria di ciò che amiamo: i luoghi che abbiamo attraversato, le persone che abbiamo incontrato.”
Oggetto: Vaso con motivi vegetali
Materiale: Rame
Provenienza: Gerusalemme, agosto 2005
Posizione: Mensola aperta
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Questo vaso mi è stato regalato da una suora italiana nel villaggio di Ungrej, nell’Albania centrale, come ringraziamento per un campo di lavoro fatto con gli scout dell’Agesci. Esso è realizzato con una tecnica di lavorazione tipica della regione medio-orientale e diffusissimo un tutto il bacino del Mediterraneo. Essendo anche tipico dell’artigianato turco, non mi stupisce che si trovasse in un villaggio sperduto nelle montagne albanesi. (Vedi testo Sud Sudan)
Oggetto: Scatola porta oggetti
Materiale: Legno dipinto
Provenienza: Cracovia, dicembre 2005
Posizione: Comò
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Quando mi sono imbattuto in questa scatolina dal sapore natalizio, al mercatino di Natale di Cracovia, avevo già raccolto tre scatole di legno (Sorrento, Tirana, Sharm el Sheikh) e non ho saputo resistere alla tentazione di continuare questa piccola tradizione.
Oggetto: Porta bottiglie
Materiale: Legno
Provenienza: Lefkoşa, 2006
Posizione: Mobile da esposizione
Autore: HASDER
Memoria: “Si tratta di un porta-bottiglia di legno massello, prodotto dall’associazione culturale HASDER, che si trova nella parte nord (di influenza turca) della capitale Nicosia. Questa associazione, dedita al perpetuarsi delle tradizioni dell’isola, si adopera su molti fronti: la musica, le danze folk, la lingua e per l’appunto l’artigianato. Organizzano corsi di intaglio del legno e hanno un punto di esposizione e vendita dei loro prodotti. Lavorando in partenariato con loro su alcuni progetti di cooperazione, non potevo non tornare a casa con qualcosa che mi ricordasse quegli anni ricchi di incontri e di scoperte. Ali e Kani sono stati i presidenti di questa associazione negli anni in cui avevo il piacere di collaborare con HASDER. Nonostante la memoria possa riportarmi a loro, è decisamente più forte il ricordo dei colleghi italiani che condivisero con me quell’esperienza. La memoria, dunque, lavora per intensità, lasciando sbiadire alcuni ricordi e preservandone altri. Siamo noi, quindi, che decidiamo chi e cosa ci debba ricordare un souvenir.”
Oggetto: Portapenne
Materiale: Legno intagliato
Provenienza: Lefkoşa, 2006
Posizione: Mobile da esposizione
Autore: HASDER
Memoria: Altro oggetto realizzato dagli artigiani di HASDER.
Oggetto: Cestino
Materiale: Fibra vegetale di tre colori
Provenienza: Colombia del Sud, gennaio 2010
Posizione: Libreria
Autore: Indios colombiani
Memoria: “Un nutrito numero di organizzazioni della società civile colombiana e internazionale si mossero, a piedi, dalla sede della Comunità di Pace di San Josè de Apartadò, nello stato di Antioquia, alla volta di una piccola e sperduta vereda (frazione composta da poche case e qualche servizio comunitario) dove cinque anni prima era stato commesso un efferato crimine da parte dei paramilitari: Il leader comunitario, sua moglie e i tre figli piccoli, erano stati massacrati per dare un segnale chiaro a tutta la comunità di chi comandava su quel territorio. Non è certamente questo il luogo deputato a questo tipo di narrazione, mi basti dire che l’esperienza di quella marcia, durata tre giorni, in mezzo alla foresta pluviale vergine più incontaminata che io abbia mai visto, è un ricordo per me indelebile. Lo è sia per i compagni di viaggio che ho incontrato sia per il significato umano e culturale dell’esperienza in sé. Tra i gruppi che partecipavano alla marcia c’erano rappresentanze di indios che solidarizzavano con i campesinos, tutti uniti in nome di un’umanità più giusta e pacifica. Non ricordo i nomi di questi gruppi indio ma ricordo bene le parole commoventi che i vari delegati pronunciarono nei discorsi di presentazione (dove anch’io potei portare la solidarietà di alcune associazioni italiane). Il ricordo di quei momenti intensi e carichi di pathos è veicolato da un piccolo cestino porta oggetti di vimini (o qualche pianta simile dei tropici) che alcuni indios avevano portato con sé e vendevano per autofinanziare quel viaggio di solidarietà. Si trova sulla libreria del mio studio, davanti a un certo numero di testi dedicati alla Colombia e alle lotte nonviolente della società civile colombiana.”
Oggetto: Appendiabiti
Materiale: Legno
Provenienza: Armenia, gennaio 2010
Posizione: Parete a vista
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Questo appendiabiti in stile etnico l’ho notato in un negozio di arredamento della città di Armenia, capitale del Quindìo, la regione della Colombia Patrimonio UNESCO nota come “eje cafetero”. Per vari anni ho frequentato questa pacifica ma vivace città della Colombia per una collaborazione con il Departamiento di Trabajo Social dell’Università del Quindìo.
Oggetto: Appendiabiti
Materiale: Legno e gesso dipinto
Provenienza: Cartagena, gennaio 2010
Posizione: Parete a vista
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Questo tipo di appendiabiti in legno con una tipica casetta in gesso dipinto era disponibile in tutte le misure, colori e fogge in tutti i negozi di artigianato di Cartagena. Ebbene, tornato dopo dieci anni a Cartagena, ho cercato un esemplare simile in ogni negozio della città, ho visionato tutte le ventitre “bodegas” e passato in rassegna ogni bancarella ma non sono riuscito a trovare lo stesso oggetto 🙁
Oggetto: Cattedrale della Santa Croce (X secolo)
Materiale: Terracotta
Provenienza: Akhtamar, marzo 2010
Posizione: Libreria dei Testi Sacri
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: “Dopo qualche anno, tornai nel Kurdistan turco per una serie di incontri formativi con le autorità locali. “Mi recai a Van (in kurdo Wan), una cittadina che si affaccia sull’omonimo lago. Nel lago sorge un’isola: Akhtamar, un luogo affascinante, quasi magico. Sull’isolotto sorge una chiesa di rito armeno, la Cattedrale della Santa Croce, del X secolo. Ricca di decorazioni ad altorilievo è circondata da un frutteto rigoglioso. La mia fortuna fu che era marzo e questo donava all’isola un’atmosfera tutta particolare: Tutto intorno si stagliano vette innevate, mentre sull’isola il microclima del lago aveva già provocato la fioritura dei peschi. Era uno spettacolo meraviglioso, con il rosa dei fiori di pesco che si specchiava nel blu delle acque del lago dinanzi al bianco della neve sullo sfondo. Finita la visita alla Cattedrale, una ragazza si allontana dal gruppo, entra nel piccolo negozietto di souvenir, compra una piccola cattedrale in miniatura e me la regala come segno di gratitudine per il seminario che avevo condotto in quei giorni. La piccola chiesa armena ha trovato posto in un angolo speciale della mia libreria. Un angolo cui tengo molto. È dove gli oggetti hanno un valore particolare: la spiritualità.”
Oggetto: Piatto tondo bicolore
Materiale: Fibre vegetali
Provenienza: Mayen Abun, 2012
Posizione: Parete a vista
Autore: Donna sud-sudanese sfollata
Memoria: “Durante una delle mie visite al campo sfollati, giravo con i miei colleghi per le famiglie e mi imbattei in una donna anziana (con lo stesso criterio di anzianità del precedente vecchietto) che intrecciava una fibra vegetale di due colori diversi. Rimasi colpito dall’abilità della donna che, priva di ogni cosa se non della stuoia su cui giaceva, al riparo dell’ombra di un albero, concentrata produceva il suo manufatto, come se ci fosse un mercato da quelle parti in cui venderlo. Forse il primo mercato era a un paio di giorni di cammino. Lungo la strada c’era solo terra arida e solleone, e la donna non aveva scarpe. A chi avrebbe potuto vendere la sua creazione? O era per sé? Vedendo che non possedeva alcunché da riporre sul piatto di vimini, intuii che la sua unica speranza era che passasse qualcuno con del cibo o con qualcosa di utile alla loro sopravvivenza quotidiana, per barattarlo. Le proposi quindi di vendermelo e, una volta deciso il prezzo, dovevo solo aspettare che completasse il lavoro. Ritornai dopo qualche ora e comprai il piatto, non prima di aver chiesto alla donna e ai suoi familiari di scattarci una foto tutti insieme. Quella foto, oggi, è appesa in salotto insieme al piatto. Costituisce il souvenir più significativo di uno dei luoghi più magici, in uno dei momenti più importanti della mia vita. Testimonianza, oltre che ricordo, e memoria di persone uniche e irripetibili.”
Oggetto: Quadri raffiguranti giraffe e zebre
Materiale: Fibra vegetale su legno
Provenienza: Juba, agosto 2011
Posizione: Parete a vista
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: “…due quadretti di legno intarsiato che ritraggono due giraffe, che mi ha regalato un collega sud-sudanese quando lasciai Juba. Sono appesi di fronte a un vaso di rame decorato a intaglio che mi regalò una suora dopo un campo di lavoro a Ungrej, uno sperduto e povero villaggio nell’Albania centrale. Tutti questi souvenir sono ricordi di un impegno di solidarietà internazionale. Mi ricordano due paesi che ho amato profondamente: il Sud Sudan e l’Albania. Me li ricordano però in maniera diversa, e anche in questo consiste il mistero della memoria affidata agli oggetti. Eh sì, perché si dà il caso che chi mi ha regalato i quadretti, sia una persona a me cara, mentre la suora era una persona incontrata di sfuggita, e di cui non ricordo neanche il nome. Succede allora che mentre i primi mi ricordano costantemente del mio amico, il vaso è passato a ricordarmi tutti i ragazzi e le ragazze che erano con me al campo di lavoro, mentre della suora conservo solo un vaghissimo ricordo, oltre ovviamente alla gratitudine per il regalo. Insomma, la memoria viaggia, salta da un viso a un altro, da una storia a un’altra, legando gli oggetti ai luoghi e ai vissuti a volte in maniera del tutto arbitraria.”
Oggetto: Quadro raffigurante una nave sul mare
Materiale: Vetro a rilievo dipinto
Provenienza: Zara, luglio 2012
Posizione: Parete a vista
Autore: Be craft
Memoria: “Per tornare al rapporto tra luoghi e persone amate, e come queste memorie sono veicolate dagli oggetti cui decidiamo di affidarle, devo ora aprire il capitolo delle fughe d’amore. Non pensate, però, a oggetti romantici, tipo portafoto a forma di cuore o cose del genere. La memoria si basa su ben altri cliché. E non si tratta di cliché commerciali, sono piuttosto dei riti autenticamente personali che appartengono solo ed esclusivamente, e in maniera originale, a ciascuno di noi. Intendo dire che ogni coppia avrà sicuramente un tipo di oggetti che rappresentano le diverse fasi della loro storia: l’innamoramento, il primo bacio, il primo viaggio, la famiglia o qualsiasi altro momento della loro vita insieme. Ma questo potrebbe anche dipendere in larga misura dai luoghi frequentati. Che possono essere, a loro volta, più o meno romantici, più o meno esotici, perché in queste cose non esiste una regola generale. Né l’amore arriva quando lo abbiamo programmato. Beh, in realtà, io una forma di programmazione l’avevo messa in campo… Anche perché, a parziale correzione di quanto detto sopra, ognuno predilige dei luoghi rispetto ad altri, per i propri momenti più intimi. Per me, amante del mare, del sole e dell’estate, il luogo prediletto per ogni fuga d’amore è sempre stata la costa dalmata. Sopra ogni altra destinazione, senza dubbio. Altro che Parigi! Le tre perle dell’Adriatico: Zara, Spalato e Dubrovnik sono state teatro di avventure romantiche in ogni epoca della mia esistenza, da giovane e da meno giovane.”
Oggetto: Porta oggetti ovale
Materiale: Terracotta con decorazioni invetriate
Provenienza: Amman, primavera 2013
Posizione: Tavolino
Autore: al Hamawi Roastery
Memoria: “Un porta oggetti ovale di terracotta, ingentilito da decori invetriati verdi simili a epigrammi islamici, mi ricorda ad esempio di un gruppo di amici che frequentavo ad Amman. In particolare, due giovani fidanzati, lui giordano e lei austriaca, si erano innamorati e avevano deciso di aprire insieme un forno per produrre pane di qualità, anche quelli della tradizione mitteleuropea. Durante quell’avventura imprenditoriale, quando tra noi cominciammo a frequentarci più assiduamente, lui preparò una festa a sorpresa per lei, in occasione del suo compleanno. Mi invitò a fare parte del gruppo di amici ristretti, quelli veri, e mi fece tanta tenerezza quando questo ragazzone robusto e sicuro di sé negli affari, andava nel panico al pensiero che la sorpresa non riuscisse bene. Invece riuscì e come, fu una serata felicissima e lei cascò nella sorpresa senza sospetto alcuno. Le regalai quel porta-oggetti, di cui anche io conservo un esemplare, elegante nella forma e concreto nel materiale, proprio come lei, determinata ragazza austriaca innamorata di un sensibile giovanotto giordano. Il porta-oggetti dunque mi ricorda dell’altro porta-oggetti che a sua volta mi ricorda di lei. Memorie intrecciate, catena di memorie, chiamatele come preferite, spandono in casa energie positive, e sono più efficaci di un contatto su Facebook nel ricordarci chi ha dato un senso alla nostra vita anche solo per un periodo.”
Oggetto: Lampade a candela
Materiale: Lega di metallo leggero e vetro
Provenienza: Amman, primavera 2013
Posizione: Tavolino
Autore: al Hamawi Roastery
Memoria: “Una coppia di coppette, sempre di terracotta invetriata, non mi ricordano – non so perché – della mia coinquilina, mentre una coppia di lampade in ferro battuto sì. Se ci penso, a primo acchito, non ne capisco il motivo. In entrambi i casi le ho comprate da solo. In entrambi i casi si tratta di souvenir che ho scelto per me sulla base dei miei gusti e pensando all’arredamento di casa mia, niente di mai condiviso con lei. Ma se ci penso meglio, mi ricordo che le due lampade le comprai a Sweifieh, un quartiere di Amman, dove guarda caso si trova anche il negozio della Venchi, e si dà sempre il caso che la mia coinquilina sia di Torino. Ed ecco un altro giochetto della memoria che, per “ospitare” un’altra persona, con cui ho condiviso un anno importante della mia vita, ha scelto con un intreccio di rimandi logici tra località lontane, l’oggetto incaricato.“
Oggetto: Cuscini raffiguranti case in stile egeo
Materiale: Cotone
Provenienza: Polis, luglio 2013
Posizione: Divano
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Le casette imbiancate a calce dal tipico aspetto mediterraneo, l’intreccio di vicoletti e il gabbiano che si staglia nel cielo limpido, sono tratti tipici delle isole dell’Egeo ma anche di Cipro. Quando ho visto questi copri-cuscini in un negozio di souvenir di Polis, la mia città preferita sull’isola, non ho esitato a comprarli, ovviamente dopo essermi assicurato che fossero rigorosamente “made in Cyprus”.
Oggetto: Ciotola con fondo invetriato
Materiale: Pietra locale
Provenienza: Polis, luglio 2013
Posizione: Tavolino
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Stessa sera, stesso negozio, ho portato a casa il colore del mare dell’Isola di Venere, un oggetto semplice ma che “cattura” lo sguardo. Viene voglia di tuffarcisi in quell’azzurro!
Oggetto: Ciotola porta oggetti
Materiale: Metallo sbalzato
Provenienza: Amman, agosto 2013
Posizione: Tavolino
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Dopo un anno di lavoro in Giordania, la sera del commiato ho ricevuto in dono questa ciotola da un caro amico giordano. Mi ricorda di lui e di tutto il meraviglioso staff con cui ho avuto il privilegio di lavorare durante quell’anno.
Oggetto: Statuine religiose
Materiale: Legno
Provenienza: Mopti, settembre 2013
Posizione: Libreria
Autore: Artigiano locale
Memoria: “Li ho messi [i Tiki tongani] lontano da un’altra coppia di figure apotropaiche, sempre scolpite nel legno, che ho comprato nella bottega di un artigiano a Mopti, nel Mali centrale. Purtroppo, il vecchietto (ma perché gli artigiani sono quasi tutti vecchi?) non parlava inglese e io non parlavo la sua lingua, per cui non conosco il significato esatto di queste figure, ma sono più che convinto che portino fortuna. D’altra parte, chi si metterebbe in casa degli oggetti attira-sfiga? Li ho messi lontano dai tiki tongani perché non sia mai che le energie delle due coppie di dei si annullino a vicenda o – peggio ancora – si mettano in competizione. A vigilare su tutto questo coacervo di forze cosmiche ho messo, più in alto, una piccola statua in legno del Buddha che mi hanno regalato degli amici italiani che vivevano in Vietnam.”
Oggetto: Coppetta
Materiale: Metallo
Provenienza: Casablanca, primavera 2014
Posizione: Tavolino
Autore: Artigiano locale
Memoria: Un tipico souvenir in stile arabeggiante. Piccolo, poco vistoso ma dal carattere deciso.
Oggetto: Quadro raffigurante donne di Zanzibar
Materiale: Olio su cartone
Provenienza: Stonetown, maggio 2014
Posizione: Parete a vista
Autore: Artista locale
Memoria: “Questo quadretto raffigura una donna africana che porta in capo una giara d’acqua. Un altro dipinto, questa volta su tela, un batik, è sulla parete di fronte, stessa scena, ma molto più grande. Il primo è un piccolo souvenir, di fattura locale, acquistato a Zanzibar durante una vacanza. L’altro è un ricordo di Nairobi comprato al mercato dell’artigianato locale, in occasione di una missione di lavoro. Due oggetti di uguale significato culturale e identitario, ma legati a due esperienze molto diverse. Un mercato e un negozio di souvenir. Una negoziazione sfiancante con il proprietario della bancarella, un acquisto con carta di credito in una boutique per turisti. Ecco perché sono appesi su due pareti opposte. Non solo diamo significato agli oggetti quando non ce l’hanno – come un cigno cinese acquistato in Inghilterra – non solo li caratterizziamo in base alla memoria che conservano – come i bicchieri – ma a volte decidiamo anche la loro disposizione in base al valore che diamo loro.“
Oggetto: Calamaio
Materiale: Ferro battuto e inciso
Provenienza: Meknès, dicembre 2014
Posizione: Libreria
Autore: Artista locale
Memoria: “Ci sono alcuni viaggiatori (come me) che in realtà sono più “realisti del re”. In effetti, avendo sbirciato in altre botteghe, quella mi era sembrata offrisse i manufatti migliori. E tra tutti i prodotti, quel piccolo calamaio in metallo nero mi piaceva proprio. E il prezzo era assolutamente abbordabile. E non avevo intenzione di tornare a casa senza un ricordo di quel luogo. In conclusione, dovendo escludere per ovvi motivi le lumache o i fichi d’India come souvenir, ero determinato a portar via dallo scaffale quell’oggetto. Voi sapete far finta di niente e voltare le spalle facendo credere al commerciante che se non ve lo dà al prezzo che dite voi ve ne andrete a mani vuote? Io no. D’altra parte, il commerciante, dopo aver fatto la sua offerta, si era rimesso a battere il martelletto con forza sul prossimo pezzo di metallo che sarebbe diventato un souvenir di Meknès. E lavorando, senza sollevare gli occhi da incudine e martello, mi spiegava quanto duro fosse quel lavoro, quanto rara fosse la sua manualità e quanto prezioso l’oggetto che ne sarebbe uscito. Insomma, un campione di convincimento, l’assertività fatta persona, anzi, fatta commerciante. Sapete una cosa? Quel calamaio è proprio bello. Oggi non ricordo più quanto l’abbia pagato ma so quanto è prezioso. Non è questa un’altra caratteristica della memoria dei luoghi? Non si concentra sulle regole del mercato, non tiene in conto le oscillazioni dei prezzi né la legge della domanda e dell’offerta. Queste cose si esauriscono nel momento in cui l’acquisto è fatto. La memoria che viene dopo, per fortuna, ridona all’oggetto, e attraverso di esso al luogo che rappresenta, il valore umano, artistico e culturale che gli spetta.”
Oggetto: Vaso con decorazione floreale
Materiale: Terracotta
Provenienza: Porto Alegre, dicembre 2015
Posizione: Parete a vista
Autore: José Paulo da Silva Schorn
Memoria: “Di questi vasi ne presi tre per farne dono ad amici, ma uno è ancora con me, nell’ingresso, affinché mi sovvenga ogni volta che entro in casa di quella preziosa e importante esperienza di vita. Il suddetto vaso è appeso al lato della porta di ingresso, sostenuto da un porta-vaso di corda intrecciata, realizzato a mano in un laboratorio artigiano di Mostar da ragazzi rimasti orfani durante la guerra. Visitammo questo orfanotrofio nel corso di uno dei viaggi nei Balcani di cui vi ho già parlato. Succede, dunque, che le memorie comincino a parlarsi fra loro, a giustapporsi in un gioco armonico di contrasti e rimandi. E con la mente esploro, ascolto le mie emozioni, osservo l’effetto che ha su di me quel ricordo. Mi domando se sia nostalgia, felicità, gratitudine, rammarico, rimpianto, o chissà cosa, che prevale quando guardo quegli oggetti. Mi manca più la Bosnia o il Brasile? Amo di più l’uno o l’altro? Che luogo mi ha in-segnato di più? La mia identità è più composta di Balcani o di Sud America? Sono fatto di esperienze girovaghe, di apprendimenti vagabondi, di partenze e di ritorni.”
Oggetto: Cestino
Materiale: Fibra vegetale
Provenienza: Nuku’alofa, settembre 2017
Posizione: Credenza della cucina
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: La capitale delle Tonga è Nuku’alofa. Tra le strade di questa tranquilla cittadina ho trovato un negozio di artigianato locale, il Langafonua Handicraft Centre and Gallery. Di solito preferisco le terrecotte, ma in questo caso non ce n’erano. La maggioranza delle creazioni erano di vimini, legno o tessuti. Sono stato attratto da questo cestino soprattutto per i colori caldi che ben si adattano al legno di castagno della cucina.
Oggetto: Figure apotropaiche (Tiki)
Materiale: Legno
Provenienza: Nuku’alofa, settembre 2017
Posizione: Libreria dei Testi Sacri
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: “La memoria di spiritualità differenti non si limita ai Corani e alle Bibbie, ma scivola insieme allo sguardo, sfiorando un testo Baha’i, per ravvivarsi (la memoria) e poggiarsi (lo sguardo) sulla coppia di dei, scolpiti nel legno, che nella tradizione polinesiana si chiamano tiki e possono rappresentare diverse divinità o gli spiriti degli antenati. Li ho scelti, dopo accurate ricerche e lunghe conversazioni con i titolari della bancarella, al mercato coperto della città di Nuku’alofa, capitale delle Tonga. Mi spiegarono che questi piccoli totem, di circa una quindicina di centimetri di altezza, hanno valore apotropaico e difendono dagli spiriti maligni se la bocca è piegata verso il basso, sono invece portatori di energie positive se hanno la bocca piegata verso l’alto a mo’ di sorriso, in ogni caso fanno bene.”
Oggetto: Porta oggetti a tre piani in vimini
Materiale: Vimini
Provenienza: Abuja, aprile 2191
Posizione: Studio
Autore: Artista locale
Memoria: Alla fine di una breve visita nel nord del Paese per una formazione, di ritorno ad Abuja, la mia collega Francesca mi ha consigliato un mercatino dell’artigianato non distante dall’ufficio. Qui ho trovato una bancarella di oggetti in vimini, tra cui questo porta oggetti che ora penzola da una mensola del mio studio.
Oggetto: Batik raffigurante una donna stilizzata
Materiale: Olio su tela
Provenienza: Abuja, luglio 2021
Posizione: Quadro con vetro trasparente bifronte
Autore: Artista locale
Memoria: Nell’estate del 2021 ho passato due mesi in Nigeria, tra la città di Maiduguri (al nord) e la capitale Abuja. Una sera andai con l’amico Waseem, al ristorante “The Secret Garden” ad Abuja. All’ingresso del ristorante un artista locale vendeva dei batik dallo stile davvero originale. Waseem prese appuntamento con l’artista per visitare il suo atelier e la settimana successiva, sapendo che avrei lasciato il Paese, mi ha regalato questa bellissima opera raffigurante una donna nigeriana che suona il goje.
Oggetto: Statuetta di bronzo raffigurante una donna con una giara.
Materiale: Bronzo
Provenienza: Ouagadougou, maggio 2022
Posizione: Mensola
Autore: Artista locale
Memoria: Al centro di Ouaga, alle spalle del Jardin de la Mairie in Avenue de la Nation, c’è un altro giardino in cui sorgono una ventina di chioschi in cui sono esposti ogni tipo di manufatto in bronzo, di ogni forgia e dimensione. Sono stato immediatamente attratto da questa statuetta, apparentemente simile a centinaia di altre, ma vi assicuro che dopo aver passato in rassegna tutti i chioschi sono tornato a prendere proprio “lei”.
Oggetto: Brocca in vetro soffiato
Materiale: Vetro
Provenienza: Bugibba, settembre 2022
Posizione: Libreria
Autore: Produzione locale
Memoria: Una delle produzioni tipiche dell’isola di Malta è quella del vetro, che – grazie al turismo di massa – si è sviluppata sotto molteplici forme e stili. Anche i prezzi sono assolutamente turistici, mediamente alti. Ricercando qualcosa di piccolo, facilmente trasportabile e acquistabile, sono stato attratto da questa piccola brocchetta dipinta con una tecnica molto speciale.
Oggetto: Brocca di terracotta dipinta
Materiale: Terracotta
Provenienza: Niamey (Marché artesanal), febbraio 2023
Posizione: Mobile da esposizione
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Anche a Niamey esiste un mercato dell’artigianato, benché molto più desolato e meno turistico di quello di Ouaga. Date le condizioni di insicurezza in cui è precipitato il paese negli ultimi anni, soprattutto al nord intorno alle rotte delle migrazioni e alla splendida città di Agadez, anche a Niamey di turisti non se ne vedono più. Eppure la produzione di gioielli, borse e scarpe in pelle e un po’ di terrecotte, continua. Io ne ho approfittato dopo aver visto la splendida decorazione di questa anforetta fatta e dipinta a mano.
Oggetto: Vaso di terracotta grezza
Materiale: Terracotta
Provenienza: Maiduguri, aprile 2023
Posizione: Mobile da esposizione
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: Questi orci con base arrotondata si inseriscono parzialmente nel terreno per mantenere l’acqua fresca. Se ne trovano di tutte le misure in bancarelle improvvisate in molte strade cittadine, soprattutto nei mercati, ma per trovarne uno piccolo che entrasse in valigia abbiamo dovuto cercare parecchio. Costo: 500 naira, poco più di 50 centesimi!
Oggetto: Vaso di terracotta decorata a incisione
Materiale: Terracotta
Provenienza: Goma, giugno 2023
Posizione: Salotto
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: A causa delle numerosa presenza di personale straniero i prezzi dei prodotti di artigianato a Goma sono “turistici”, soprattutto se vedono un europeo che è in cerca di souvenir. Questo vaso mi è costato 15 USD.
Oggetto: Vaso di terracotta
Materiale: Terracotta
Provenienza: Salé, luglio 2023
Posizione: All’aperto
Autore: Artigiano/a locale
Memoria: La produzione di Salé, invece, è tale che i prezzi sono ancora ridicoli, nonostante il turismo sia in costante ascesa. Questa semplice ma bellissima anforetta mi è costata 2 €.
Oggetto: 2 vasi di terracotta
Materiale: Terracotta
Provenienza: Ouahiguya, marzo 2024
Posizione: All’aperto
Autore: Artigiana locale
Memoria: La strada che porta da Ouagadougou a Ouahiguya, nel nord del Paese, è costellata di forni attorno ai quali a volte non c’è neanche un villaggio, ma solo alcune case di vasai che espongono la merce ai bordi della carrozzabile. Mi sono fermato a prendere due vasi e la donna, arrivata da una casa nei paraggi con una ventina di bambini al seguito, ha chiesto l’equivalente di 1 € e ha accettato di farsi fotografare con la mia collega!
Oggetto: Vaso di terracotta con coperchio
Materiale: Terracotta
Provenienza: Erbil, agosto 2024
Posizione: All’aperto
Autore: Artigianato locale
Memoria: Questo tipo di recipiente è molto comune nel Kurdistan iraqeno. Ne esistono due versioni, al naturale o parzialmente smaltato di verde scuro. Costo 5000 dinar (3,50 €).
Oggetto: Porta oggetti di metallo smaltato
Materiale: Acciaio
Provenienza: Auckland, settembre 2024
Posizione: Tavolino
Autore: Artigianato locale
Memoria: Acquistato allo shop della Sky Tower, mi hanno assicurato che è prodotto in Nuova Zelanda e realizzato a mano.
Oggetto: Un piccolo soprammobile raffigurante una tipica casa yemenita e un diffusore di luce con vetri colorati.
Materiale: Calce
Provenienza: Sana’a, gennaio 2025
Posizione: Parete attrezzata
Autore: Artigianato locale
Memoria: Questi oggetti, di poco valore, sono molto comuni nei negozietti della città vecchia, nonostante il turismo sia scomparso ormai da tempo. Li ho acquistati al “Al Samsarah al-Nahas”, un vecchio caravanserraglio adibito a centro commerciale per l’artigianato artistico. Costo: 3000 rials (11 €).
Oggetto: Anfora di terracotta con coperchio e rubinetto in plastica
Materiale: Terracotta grezza
Provenienza: Sana’a, gennaio 2025
Posizione: Libreria grande
Autore: Artigianato locale
Memoria: Nella città vecchia di Sana’a se ne trovano ovunque in quanto oggetti di uso comune. Ne ho vista anche una pubblica all’angolo di una strada. Per abbeverarsi ma anche per lavarsi prima della preghiera. Costo: 2500 rials (10 €).
Copertina: Gruppo di sfollati sud-sudanesi con un piatto di fibra vegetale intrecciata, realizzato a mano dalla signora alla mia sinistra, Mayen Abun (Sud Sudan, 2012).
Foto piccola: Con la mia collega Natacha Wadré presso un villaggio burkinabè lungo la strada che da Ouahiguya ci riportava a Ouagadougou, 01/03/2024.
I testi in corsivo sono tratti da “La memoria dei luoghi” racconto non pubblicato scritto a San Cristóbal del Tachira (Venezuela) nel Marzo 2020.