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Erbil

L'accattivante modernità del Kurdistan iraqeno

Accattivante perché il mix di tradizione e modernità fa di Erbil una città interessante da scoprire. In essa convivono i tradizionali caffè dove fumare il narghilè (shisha) e sorseggiare un thè, con le catene di fast food o i ristoranti alla moda dove servono anche birra, vino e superalcolici. Un po' come ad Amman, a Beirut o Damasco, ma qui si parla curdo. La comunità cristiana è numerosa e nel quartiere cristiano di Ankawa è tutto un proliferare di statue di Maria e di crocifissi, ma tutti si sentono prima di ogni altra cosa curdi. La cucina è tipica del vicino oriente, e non sempre è facile distinguere la versione curda o iraqena dei piatti tradizionali. Nel bazaar si trovano ormai quasi solo prodotti di importazione, soprattutto dalla Turchia, ma questo è il prezzo da pagare per chi sceglie di vivere in una moderna metropoli. Ma Erbil è soprattutto una città vivibile, tranquilla, dove ogni viaggiatore e viaggiatrice si può sentire a proprio agio, accolti, accuditi e immersi in un'atmosfera a metà tra le radici che affondano in un passato glorioso e le speranze di un futuro meno turbolento e pacificato.

1. La Cittadella e il centro storico
Patrimonio UNESCO dal 2014, la Cittadella è oggi chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione. Io l’avevo visitata nel 2017 ma purtroppo non ho foto di quella visita. Alla prossima occasione recupererò. Intanto ho potuto fotografare gli esterni e il panorama che dagli spalti si apre sul moderno Shar Park, con la Torre dell’Orologio a sinistra e le mura del Grand Bazaar a destra, nella foto di copertina.

Tawerî Katjmêr

Porta d’ingresso alla Cittadella, lato sud

Le imponenti mura della Cittadella viste dal Shar park

Ancora le mura della Cittadella, lato sud

Scultura contemporanea

Il Machko cafè sotto le mura della Cittadella, lato sud

2. Il Grand Bazar
Come tutti i mercati orientali che si rispettino, il Grand Bazaar è un ricco miscuglio di botteghe artigiane, negozi con ogni tipo di mercanzia, caffè, ristoranti e i tipici negozi di dolciumi. Ma ci troverete anche un improbabile bancarella di cozze crude, il famoso ristorante “Kabab Yazin” e il negozio di frutta secca “Charazat Maleka”, un tripudio di colori e forme che fanno venire voglia di assaggiare tutto. Un avvertimento… state attenti alle calorie!!

“Charazat Maleka”

“Queen nuts”

Falafel

Per provare la vera cucina iraqena potete contare sull’atmosfera tipica (uomini e famiglie in sale separate) e chiassosa (si mangia tutti in tavolate gli uni vicini agli altri) di Tabeekh, ristorante alle porte di Ankawa. Sarete messi alla prova dalle quantità a dir poco generose dei piatti “di default”, ovvero quelli che riempiono il tavolo prima ancora di ordinare. Le pietanze sono le due che vedete al centro: dolma (in primo piano, nascoste sotto a tutto il resto) e qubba (in secondo piano immerse nella salsa). Si beve acqua o ayran (lo yogurt) e viene sempre  offerto un piccolo dessert alla fine. 

M.A.P.P.A. Mondo

Museo di Arte Povera, Popolare, Artigianale del Mondo

Piatto per il fuul o hummus e brocchetta per l’olio

Selfie

Tutte le foto di questa pagina sono state scattate tra il 31 luglio e il 4 agosto 2024 durante la mia sesta visita nella capitale del Kurdistan iraqeno.
Copertina
: Affaccio dalla Cittadella sul Shar Park, sulla destra il Grand Bazaar.
Angolo del buongustaio: Falafel da “Fuul wa Hummus”.
Provato per voi: Pranzo tipico iraqeno da Tabeekh.
Mappamondo: Servizio tradizionale acquistato da “Fuul wa Hummus” nel febbraio 2017.
Selfie: “I love Kurdistan” presso Dream City.

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