“Nel 1904 il dottor Sigmund Freud si avvia verso l’Acropoli di Atene. […] L’emozione che prova vedendo il Partenone è travolgente. Lo stupore di trovarsi davanti agli occhi, nella realtà, nella viva luce del giorno, qualcosa che sembrava potesse esistere soltanto nei libri di scuola lo sconvolge.”
“Le Corbusier […] sale anche lui all’Acropoli. L’impressione che ne ricava non è meno sconvolgente di quella di Freud: D’un solo colpo diecimila anni di storia sono spazzati via, un’aspra poesia vi prende; con la testa sprofondata nel cavo della mano, seduto su uno dei gradini del tempio, subisco l’emozione brutale e ne resto scosso.“
“Camus resta sbalordito di fronte alla audacia prodigiosa dell’Acropoli, dove gli architetti hanno giocato non con misure armoniose, ma con la stravaganza sbalorditiva dei promontori, delle isole gettate su un golfo immenso […]. Non hanno costruito il Partenone, ma lo spazio stesso, e in prospettive deliranti”