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Nationalmusée um Fëschmaart

Granducato... gran museo!

Non mi aspettavo cotanta ricchezza e una così alta qualità dell'esposizione. Approcciando un Museo che tiene insieme nel titolo "Archeologia, Storia e Arte" si ha l'impressione, subito fugata, che contenga un po' di tutto, senza riuscire a stupire chi lo visita con pezzi di assoluto pregio, o con la completezza di alcune collezioni, o con l'ampiezza dell'indagine che possa abbracciare diverse epoche e diversi territori. E invece, già nell'orientarsi tra i piani (dal -2 al 4) si avverte come una vertigine, ci si lascia coinvolgere dalla disposizione delle vetrine così come dai pannelli esplicativi, ci si lascia affascinare dalla preziosità dei resti così come dalla varietà delle tele, e allora si rischia di essere catturati da un piano e trascurare i successivi, salvo poi dover ritornare a visitare questo incredibile, accurato, elegante "deposito" di memorie per poter cogliere tutte le sue sfumature e appagare così la nostra sete di bellezza e fame di cultura, grazie al fatto, per niente trascurabile, che è gratis!!

Archeologia

1. Preistoria

Al piano -2 ci si immerge nella preistoria, dall’Età della Pietra (Paleolitico, Mesolitico, Neolitico) circondati da interessantissimi reperti frutto degli scavi condotti nell’area del Granducato. Un viaggio ricco di stimoli per grandi e piccini. Io sono rimasto affascinato soprattutto dalla cultura delle coppe campaniformi. Le ho fotografate tutte, ma ho selezionato per voi solo le quattro più belle.

Sepoltura del mesolitico finale (cultura Heffingen, dal 6200 al 5900 a.C.)
Cranio di rinoceronte del pleistocene

Neolitico antico (cultura Rubané, dal 5300 al 4900 a.C.)

Neolitico medio (cultura Rössen, dal 4800 al 4700 a.C.)

Neolitico finale

(cultura delle

“coppe/tazze campaniformi”

dal 2500 al 2200 a.C.)

2. Epoca romana

Le due principali attrattive del piano dedicato ai ritrovamenti di epoca romana sono l’enorme pavimento musivo con al centro le figure di Calliope e Omero circondati dalle altre otto Muse (in primo piano Melpomene e Talia) e il “Dorso di rodi” che accoglie i visitatori all’ingresso al piano.

Iscrizioni funerarie: calcare e arenaria rossa, II-III secolo d.C.; calcare, I secolo d.C.
Trabeazione di un monumento funerario, arenaria, III secolo d.C.
Cornice di monumento funerario, calcare, II secolo d.C.
Stele della dea Epona a cavallo, II secolo d.C.
Parte di stele funeraria con i due defunti, II-III secolo d.C.
Capitello corinzio
Dolium (contenitore per alimenti), I-II secolo d.C.
Tesoro di Dalheim: 24000 monete di epoca imperiale
Frammento di monumento funerario, II secolo d.C.
Statua di Mercurio seduto, II secolo d.C.
Frammento di leone accucciato, II secolo d.C.
3. Epoca merovingia
◀️Ceramiche risalenti al VI e VII secolo d.C. provenienti da varie località.
🔽Pietra tombale merovingia, risalente alla seconda metà del VI – prima metà del VII secolo. Il motivo geometrico centrale è tipico di quell’epoca, ma le figure intorno sono qualcosa di raro.

Galleria

1. Il 1800 di Jacques Sturm (1807-1844)
L’800  è rappresentato da alcune tele di Jeanne-Pierre Huberty, considerato il più grande pittore lussemburghese della fine del XIX secolo. Per gusto personale e scelta soggettiva, però, preferisco proporvi questa tela di Jacques Sturm di ispirazione neoclassica, per il richiamo al nostro ‘600 (un certo cromatismo, la resa della luce, la disposizione “a piramide” delle figure).
“Susanna e i vecchioni” (1839)
“Susanna e i vecchioni” (part.)
2. Il 1900 di Dominique Lang (1874-1919)

Il ‘900 è ampiamente rappresentato da Dominique Lang, considerato l’unico vero pittore “impressionista” lussemburghese, anche se nella sua fase più produttiva Lang si caratterizza piuttosto per il marcato simbolismo (La mort en visite) e, a mio parere, per un evidente debito nei confronti della corrente dei pre-raffaelliti (La mort et la jeune fille, Messagères du Printemps).

“Messagères du Printemps” (1904)

“Messagères du Printemps” (part.)

“La mort et la jeune fille” (1902)

“La mort en visite” (1904)

“Au jardin” (1913)

“Noyer au soleil de printemps” (1915)

3. Il 1900 di Eugène Mousset (1877-1941)
In una sala della Galleria sono stato colpito da questo paesaggio invernale, per la resa della luce, per i riflessi sulla neve e sull’acqua, e per il languido sentimento di malinconia che trasmette la luce del crepuscolo in questo angolo di natura. Ho letto, poi, che si tratta di uno dei più prolifici pittori impressionisti lussemburghesi, collega di Lang (fu da lui chiamato a studiare insieme all’Accademia di Anversa), nonché allievo di William Bouguerau che è da sempre uno dei miei pittori preferiti.

“Soir d’hiver”, 1910 (part.)

“Soir d’hiver”, 1910 (part.)

3. Il 1900 di Foni Tissen (1909-1975)

In un’altra sala della Galleria, non può non colpire la grande tela “La fiera” di Foni Tissen, pittore lussemburghese del primo novecento. Tissen, che affrontò la prigionia nei campi di concentramento nazisti, una volta rientrato in patria alla fine della guerra, sviluppò un tipo di pittura ironico, introspettivo, una sorta di rappresentazione disincantata della condizione umana. A me è sembrato uno strano mix tra i racconti per immagini alla Bosch e i surrealisti del 1900.

Tutte le foto di questa pagina sono state scattate tra il 23 e il 24 novembre 2024.
Copertina
: La facciata de “Le Nationalmusée um Fëschmaart”, in Rue Sigefroi, dove un tempo si svolgeva il mercato del pesce.
La riproduzione delle opere non ha alcuno scopo commerciale, ma solo quello di promuovere il Museo e stimolare nei lettori la voglia di visitarlo. 

Biglietto d’Ingresso:
Le Nationalmusée um Fëschmaart
Clicca sul biglietto d’ingresso per saperne di più sul Museo Nazionale di Archeologia, Storia, Arte di Lussemburgo

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