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Museo Archeologico Nazionale
Firenze

Doppio tuffo nel passato!

La visita a Palazzo della Crocetta, dove sono state provvisoriamente re-disposte quasi tutte le collezioni del MAN di Firenze a causa del restauro in corso di Palazzo degli Innocenti, ha un fascino del tutto particolare. Dimenticate la museologia contemporanea, con schermi al plasma, attività interattive, teche digitalizzate e soprattutto quella moderna concezione del rapporto tra fruizione e oggetto che rifugge dall'affastellamento dei reperti, e godetevi un tuffo nel passato, doppiamente inteso: l'antico Egitto, l'Etruria e l'Italia greco-romana, ma anche il collezionismo ottocentesco, le teche polverose, la luce soffusa, l'affollamento di reperti preziosissimi in così poco spazio da far venire le vertigini, tanto ci si sente "precipitati" nel mondo romantico delle imprese archeologiche e delle esaltanti scoperte che ne derivarono. Se da un lato attendo con trepidazione l'apertura del "nuovo" Museo, con tutte le meravigliose metodologie contemporanee, dall'altro sono estremamente grato al caso che mi ha portato a conoscere, senza alcuna pianificazione, il "vecchio" Museo, e per avermi fatto provare ancora una volta quella incredibile, sana, profonda emozione di essere dentro la Storia e confuso con essa, piuttosto che un moderno fruitore, attento e consapevole, ma separato dai reperti dall'ingombrante tecnologia.

Museo Egizio

1. Sale I-V
Le prime sale conservano una quantità incredibile di steli funerarie e canopi. Considerate che il Museo Egizio di Firenze, fondato nel 1855 e oggi confluito nel Museo Archeologico Nazionale, è il secondo in Italia per importanza e per numero di reperti dopo quello di Torino.
 
 
 
◀️Stele funeraria del dignitario Ptahiu
Inizio XI dinastia (2135-2065 a.C.)
🔽◀️ Stele funeraria dell’istruttore dei profeti Hotepi – Primo periodo intermedio (2650-2152 a.C.)
🔽▶️ Stele funeraria del soprintendente al magazzino Oker – Primo periodo intermedio (2152-2065 a.C.)

◀️🔽 Vasi canopi anepigrafi in alabastro e legno dipinto
Nuovo Regno, fine XIX dinastia – inizi Terzo Periodo Intermedio (1291-945 a.C.)

◀️ Cassa per canopi della defunta Takharu – Nuovo Regno, XIX dinastia (1291-1185 a.C.)

 



 

🔽◀️ Stele funeraria dello scriba della grande prigione Siptah – Medio Regno, XII dinastia (1994-1781 a.C.)
🔽🔽 Stele funeraria del maestro di camera del palazzo Ibi – Medio Regno, Secondo Periodo Intermedio, XII-XIII dinastia (1994-1680 a.C.)
🔽▶️ Stele funeraria del preposto ai servitori Ramose – Nuovo Regno, XIX dinastia (1291-1185 a.C.)

◀️ Vasi dipinti

🔽◀️ Testa di statua di regina raffigurata come dea – Nuovo Regno, XVIII dinastia (1550-1291 a.C.)
🔽🔽 Busto di statua femminile seduta – Nuovo Regno, fine XVIII – inizi XIX dinastia (1400-1200 a.C.)
🔽▶️ Vaso con collo a forma di testa della dea Athor – Nuovo Regno, (1550-1069 a.C.)

2. Sale VI-VII
La sala VI è occupata da due grandi sarcofagi. Contenevano le mummie di Nebtaui (figlia di Ramses II e Nefertiti), e Kent (un alto dignitario), vissuti durante la XVIII-XIX dinastia (1550-1185 a.C.). Nella sala VII spiccano la statua di Ptahmose, sacerdote del dio Ptah a Menfi durante il regno di Amenofi III, e il bassorilievo con gli scribi dalla tomba del generale Horemheb, a Saqqara.
3. Sale VIII-XII
◀️ Coperchi di sarcofagi
 
◀️🔽 Sarcofago dello scriba dei possedimenti di Amon, Khonsumes, da Bab el Gasus (Necropoli di Tebe), Terzo Periodo Intermedio, XXI dinastia (1069-945 a.C.)
🔽 Sarcofago di uomo, Terzo Periodo Intermedio, XXII-XXIII dinastia (945-715 a.C.)
◀️ Coperchio del sarcofago di Takerheb “sul coperchio è applicata una maschera con il volto ricoperto di lamina d’oro, con parrucca ripartita decorata da un nastro di petali di ninfea” tratto da La Civiltà Egizia.
 
◀️🔽 Coperchio di sarcofago della cantatrice di Amon, Ankhsetenmut, da Bab el Gasus (Necropoli di Tebe), Terzo Periodo Intermedio, XXI dinastia (1069-945 a.C.)
🔽 Coperchio del sarcofago della musicista di Amon, Tantamonnesuttaui, da Bab el Gasus (Necropoli di Tebe), Terzo Periodo Intermedio, XXII dinastia (945-715 a.C.)
◀️ Sarcofago e cartonnage di Takerheb, epoca tolemaica (304-30 a.C.)
 
 
 
 
◀️🔽 Secondo coperchio di sarcofago di una donna anonima, da Bab el Gasus, terzo periodo intermedio, XXI dinastia (1069-945 a.C.)
🔽 Sarcofago e cartonnage di Takerheb, epoca tolemaica (304-30 a.C.)

La curiosità:

Lo sapete che cosa è il “cartonnage” ?

“All’interno del sarcofago, la mummia di Takerheb era conservata in un involucro, che viene chiamato cartonnage, costituito da vari strati di tela applicata direttamente sul corpo, quindi stuccato e accuratamente dipinto
sulla superficie esterna, e decorato con foglia d’oro.”
Tratto da: La Civiltà Egizia

Sarcofago anonimo di una donna (epoca romana)
Sarcofago della bambino Djupra (epoca romana)
4. Sala XIII
Il famoso “Ritratto del Fayyum” di Firenze rappresenta il volto di una giovane donna riprodotto su una tavoletta di legno. In epoca romana, questi ritratti venivano posti sul volto delle mummie al posto della tipica maschera stilizzata delle epoche precedenti. Poiché una grandissima quantità di queste tavolette sono state ritrovate in questa oasi a sud del Cairo, vengono comunemente dette “Ritratti del Fayyum”. Quello di Firenze è stato portato in Italia nel 1829 dal grande egittologo Ippolito Rosellini, al rientro dalla spedizione franco-toscana insieme a Jean François Champollion, il famoso traduttore dei geroglifici.  

Museo Etrusco

1. La “Chimera” di Arezzo
Simbolo del potere mediceo di Cosimo I, questo bronzo risalente alla fine del V secolo – inizi del IV secolo a.C., fu rinvenuto nel 1553 fuori le mura di Arezzo. Oggi è possibile ammirarne una copia (foto), ma presto (giugno 2025) l’originale sarà esposto in una nuova sala di Palazzo degli Innocenti, attualmente in ristrutturazione.
2. Ceramica etrusca
Gli Etruschi ebbero frequenti e consistenti scambi commerciali con i Greci, lo si nota dalla presenza di vasellame del tutto identico, nelle forme e nelle decorazioni, a quelli che si trovano in area ellenistica. Ma voi… tra anfore, crateri, hydrie… vi ci raccapezzate? Ad esempio, queste figure qui a sinistra… avete capito cosa sono? Sono due “canopi in impasto buccheroide” … Li avevate riconosciuti vero? E tutti quelli sotto? Scopritelo passando il mouse sulla foto!
3. La “Minerva” di Arezzo
Probabilmente una copia da un originale di Prassitele, anche questo bronzo è stato ritrovato ad Arezzo, nei pressi della chiesa di San Lorenzo, nel 1541. Acquistata dal duca Cosimo I de’ Medici, la statua fu restaurata dallo scultore pistoiese Francesco Carradori, che aggiunse il braccio posticcio che potete vedere nella foto in basso. Alla fine del restauro degli anni 2000, esattamente nel 2008, non fu più possibile ricollocare il braccio al suo posto, dato il pessimo stato dell’armatura interna in legno che rischiava di collassare del tutto.

Antichità italico-ellenistiche e romane

La variegata collezione di antichità greco-romane include alcuni capolavori come il vaso “François”, il sarcofago delle Amazzoni, il cosiddetto “idolino” di Pesaro, la tesa di cavallo “Medici Riccardi”, il Kouros Milani, ma anche moltissimi bronzetti raffiguranti soprattutto figure mitologiche, nonché un’ampia selezione di ceramiche geometriche o a figure, di varia provenienza.
1. Vaso François
Affido la descrizione di questo capolavoro unico all’eloquente didascalia preparata dal Museo. Da notare che tutte le didascalie sono in italiano e in inglese.
2. Sarcofago delle Amazzoni
3. Idolino di Pesaro
Apollo “Milani”
Cratere a volute apulo

Statuetta di flautista

Olpe corinzia
Aryballos globulare
Oinochoe a fondo piatto
Hydria
Pinakion (piatto) e Lekanis (bacinella) a figure nere
Askos a vernice nera
Anfora e barilotto

Skyphoi

Dinos
Coppa attica a fondo bianco
Coppa attica a fondo nero

6. Sala dei bronzetti greco-romani
◀️ Giove
▶️ Ermafrodito
🔽 Lucerna con gli apostoli Pietro e Paolo

Copertina: Secondo coperchio di sarcofago di una donna anonima, da Bab el Gasus, terzo periodo intermedio, XXI dinastia (1069-945 a.C.)
La riproduzione dei reperti non ha alcuno scopo commerciale, ma solo quello di promuovere il Museo e stimolare nei lettori la voglia di visitarlo.

Biglietto d’Ingresso:
Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Clicca sul biglietto d’ingresso per saperne di più sul M.A.N. di Firenze

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