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Certosa e Museo di San Martino

Anima barocca

Se il barocco è il tripudio delle forme e dei colori, dei simboli e delle immagini, allora la Certosa di San Martino è il tripudio del barocco. La bellezza sfacciata delle tele del '600 napoletano, delle architetture rococò, degli intarsi lignei e lapidei, degli affreschi, delle statue, prepara a quella altrettanto sfacciata del Golfo di Napoli, uno dei più belli al mondo, che avvolge letteralmente lo sguardo del/della turista che si affaccia dal Quarto del Priore. Lecito chiedersi, a questo punto, se in questa raffinatissima gara a meravigliare abbia vinto l'Uomo o la Natura.

1. La Chiesa

“Nel grande cortile si apre il pronao d’accesso alla chiesa, una sorta di ‘museo’ della pittura e della scultura napoletana dal Seicento al Settecento. Le cappelle, ai lati della navata, sono rivestite da preziose tarsie marmoree, particolarmente raffinate nella cappella dedicata a San Bruno, fondatore dell’Ordine certosino, opera di Cosimo Fanzago. La volta, che conserva la primitiva struttura trecentesca, viene dipinta da Giovanni Lanfranco (1637-40): in una gloria di luce dorata è raffigurata l’Ascensione di Cristo. Nella cappella di San Martino, nel 1754, Giuseppe Sanmartino realizza la Fortezza, la Carità e i quattro gruppi di cherubini, sculture che nella loro grazia e raffinatezza mostrano le doti di un’artista d’eccezione.”

dal sito del Ministero della Cultura, vai al sito

2. Il Chiostro grande

“Il visitatore troverà spettacolari il pavimento dell’area sotto i portici, rifinito tra il 1629 e il 1643 in un gioco di chiaroscuri in marmo, e l’intarsio in marmo e piperno della balaustra che delimita il corpo di fabbrica superiore al piano del portico, dove, in corrispondenza delle colonne, si alternano sfere di marmo di Carrara a coppe di marmo bianco. Le sttue dia figura intera di San Martino, e di San Bruno, collocate su basi di bardiglio sulla balaustra, giocano un valido contrasto con i busti che escono dalle nicchie di marmo poste sulle porte gemelle, e cioè quelli di Sant?ugo Vescovo, San Brunone, il Beato Nicola Albergati, San Martino Vescovo,e San Dionisio Certosino, considerati il vero momento di felicità scultorea del Fanzago.”

da “I chiostri di Napoli” di Maria Rosaria Costa; Newton & Compton Editori, Roma, 1996.

3. I Panorami

“Lascio alle Guide la descrizione minuta di tutte le opere d’arte che qui si ammirano, e dirò solo che dal chiostro si passa al Belvedere, dove l’anima è assorta da tutta l’impressione estetica di una panorama che vince l’immaginazione.”

da “Chiese, Palazzi e Castelli di Napoli” di Luigi Catalani e Franz Savoja di Cangiano; Luca Torre Editore, Napoli, 1994.

4. Il Museo

“Nelle sale, indubbiamente bellissime anche per i loro scorci panoramici, il visitatore può osservare dipinti che vanno dal Quattrocento all’Ottocento, sculture, mobili, ricami e ceramiche. Gli ambienti fastosi della personalità preminente della Certosa conservano in parte anche pavimenti ed affreschi. Splendida è la meridiana disegnata sul pavimento della biblioteca (datata 1771), notevole l’affresco raffigurante un pegolato su strutture marmoree (sala 16) e fastrosa, in genere, la decorazione degli ambienti… Altre interessanti testimonianze della storia di <Napoli – stavolta squisitamente pittorica – sono le tele della sezione dell’Ottocento napoletano”

da “I grandi musei napoletani” di Nadia Barrella; Newton & Compton editori; Roma, 1996.

La Madonna col Bambino e San Giovannino, part.
Marmo di Pietro Bernini (1562 – 1629).

Madonna col Bambino in trono, dopo il 1371.
Ambito di Niccolò di Tommaso e Andrea Vanni.

O’ prevetariello, 1870.
Antonio Mancini

Letterato nel bosco, 1856.
Filippo Palizzi

Ritorno da Piedigrotta, 1911.
Antonio Mancini

Ritratto di Ofelia Abignente, 1896.
Francesco Paolo Michetti

Donna Orientale, 1911.
Domenico Morelli

Cortile rustico
Giuseppe De Nittis

La moglie di Putifarre, 1911.
Domenico Morelli

Le Marie al Calvario, 1911.
Domenico Morelli

Lago di Averno, 1824.
Giacinto Gigante

Sorrento visto dal Capo, 1842.
Giacinto Gigante

Tutte le foto di questa pagina sono state scattate il 06 novembre 2022.
Copertina: Chiostro maggiore della Certosa di San Martino.
La riproduzione delle opere non ha alcuno scopo commerciale, ma solo quello di promuovere il Museo e stimolare nei lettori la voglia di visitarlo.

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